Hassan Bassi, tra i promotori della Campagna Legalizziamo!, racconta dalle pagine de il Manifesto l’inizio della vendita in farmacia della cannabis ricreativa in Uruguay per la rubrica di Fuoriluogo su il Manifesto del 26 luglio 2017.
E’ partita dal 19 luglio la vendita in farmacia della marijuana per usi non terapeutici in Uruguay; con questo passo si completa la riforma che ha permesso la legalizzazione della vendita e della coltivazione della cannabis sia per uso terapeutico che ricreativo. I pilastri della legge uruguayana sono tre: la coltivazione e vendita su concessione statale attraverso la rete delle farmacie accreditate, la libera coltivazione per autoconsumo (fino a 6 piante), la possibilità della coltivazione collettiva attraverso i cannabis social club. Abbiamo ricostruito sul sito di Fuoriluogo nei mesi scorsi anche grazie alla preziosa intervista a Diego Pieri, attivista dell’associazione Pro Derechos, il percorso che ha portato l’Uruguay ad essere il primo paese al mondo a legalizzare la marijuana anche per uso ricreativo.
Tempi lunghi per la legalizzazione in Uruguay
Da quella intervista ad oggi i tempi della legalizzazione si sono allungati ma il percorso è giunto finalmente a termine. Adesso sarà il momento degli aggiustamenti e dei miglioramenti di un sistema che valorizza il ruolo del controllo pubblico e tutela la libera coltivazione a scopo di autoconsumo dei cittadini. Un sistema lontano dalla esperienza del Colorado anche perché figlio di una cultura politica diversa, ma altrettanto efficace nel garantire l’uso legale della marijuana ai propri cittadini. Le parole d’ordine della riforma dell’Uruguay sono state “tutela della salute” e “riduzione del mercato nero”. Il ruolo dello Stato si concentra nel garantire le forniture alle farmacie del prodotto coltivato dai concessionari, al momento si tratta di poche tonnellate annue che si prevede andranno aumentando nei prossimi raccolti, e sulla registrazione di coloro che hanno dichiarato di voler coltivare per autoconsumo. I numeri per un paese piccolo come l’Uruguay sono incoraggianti, ad oggi sono 7000 gli autocoltivatori, 63 cannabis i social clubs e 5500 le persone che hanno fatto richiesta di acquisto in farmacia; si calcola che nel prossimo anno i coltivatori arriveranno almeno a 10.000, essendo superata la prudenza di coloro che temevano che la riforma potesse saltare e di dover subire ritorsioni da parte delle forze dell’ordine.
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