Cannabis Terapeutica, se mancano evidenze scientifiche occorre produrle non limitare prescrizione
La Fondazione Gimbe ha presentato in questi giorni un “position paper” dal titolo “Uso terapeutico della cannabis nel dolore cronico: efficacia ed effetti avversi” in cui lamenta che “evidenze scientifiche limitate dimostrano che i preparati a base di cannabis con contenuto standardizzato di Thc-Cbd possono alleviare il dolore neuropatico, mentre sono insufficienti quelle di efficacia nei pazienti con altri tipi di dolore“.
Sono mesi che l’Associazione Luca Coscioni chiede al Governo che vengano investite risorse nel consolidamento e ampliamento di studi che possano affrontare le proprietà terapeutiche della cannabis oltre quanto già indagato relativamente alle terapie del dolore.
A settembre scorso, durante la Conferenza internazionale sul diritto alla scienza e la libera ricerca sulle sostanze piscotrope organizzata dall’Associazione a Torino, il Dottor Nicola Luigi Bragazzi ha presentato una meta-analisi che passava in rassegna 4,923 articoli analizzandone 192 in profondità.
Purtroppo, come nella bibliografia delle Fondazione Gimbe, nessuno dei documenti studiati è prodotto fatto in Italia, per il semplice fatto che, a fronte di una crescente domanda di cannabinoidi e un incremento della produzione nazionale di infiorescenze della cannabis per uso terapeutico il Ministero della Salute non investe in ricerca scientifica né in trial clinici.
Concordiamo con le conclusioni della Fondazione Gimbe, che suggeriscono e dettagliano il tipo di studi da promuovere, ampliando la platea delle condizioni fisiche e le patologie da analizzare, incrementando anche il numero di partecipanti. Nel frattempo occorre lanciare corsi di formazione e informazione per tutti gli operatori coinvolti e disegnare dei trial clinici con la cannabis prodotta dallo Stabilimento Militare di Firenze.